Transizione energetica: «C’è un deficit democratico, le élite sono avvantaggiate»
La protesta contro l’assalto delle rinnovabili? «Non sono posizioni egoistiche, derivano dalla percezione di un’ingiustizia sulla distribuzione dei costi e dei benefici».
Natalia Magnani, docente di sociologia dell’ambiente e del territorio all’Università di Trento, affronta il tema della transizione energetica in Sardegna. Ospite di Radar, su Videolina, ha evidenziato l’importanza di un approccio sociologico a un processo avviato tra mille contraddizioni. A cominciare dal metodo.
«Intanto – ricorda Magnani - la distribuzione degli impianti. Spesso iniqua, per i gruppi sociali e i territori. Le élite si avvantaggiano, su tutti gli altri ricadono i costi»
E’ questa, principalmente, l’origine dei conflitti?
«C’è un problema di giustizia – precisa Magnani - che riguarda anche le procedure decisionali. I conflitti sono generati dalla mancata partecipazione, si produce un deficit democratico e si tende a un approccio tecnocratico»
Domina l’idea – secondo Magnani - della ‘’modernizzazione ecologica’’. Ma non basta per risolvere i problemi economici.