Storie di donne speciali: Eleonora, la giudicessa d'Arborea

08 marzo 2024 alle 10:54aggiornato il 08 marzo 2024 alle 10:54

Venne dalla Catalogna, per segnare la storia della Sardegna e dell’universo femminile: l'8 marzo di ogni anno si celebrano diritti ed emancipazione femminili. Lei, Eleonora, donna fiera e bellissima, nella seconda metà del XIV secolo da giudicessa di Arborea afferma nella quotidianità l’uguaglianza di genere, assumendo il ruolo di sovrana, storicamente inedito per il medioevo continentale, e promulgando lo statuto legislativo Carta de Logu con "grande sinnu et provedimentu". Inclusivo, tra le diverse cose, della difesa della dignità femminile per i matrimoni riparatori in caso di stupro o della tutela ambientale; in particolare, sottolinea il grande pericolo derivante dagli incendi e promulga prescrizioni antincendio nell’Ordinamentos de Fogu.

Prima in Europa, e forse nel mondo, ad emettere una legge che tutelasse i falchi, pena sanzione pecuniaria.

L’emanazione della Carta ha permesso l’applicazione del diritto in maniera certa e giusta, ha fornito la garanzia della certezza della pena, ha definito tempi giusti nel lavoro con l’ufficializzazione delle feste.

Ma, nella sua visione di universalità, in modalità innovativa assimilabile a quella del Dante Alighieri della Divina Commedia, sceglie il linguaggio del volgo, quel sardo arborense parlato da tutti invece del latino dei testi ufficiali.

Da madre guerriera ha difeso i diritti ed ascoltato le esigenze dei sardi suoi concittadini, ha lottato per la libertà del marito Brancaleone Doria incarcerato, e ha tutelato l’orgoglio del figlio Federico, senza mancare di comprendere l’importanza delle attività diplomatiche per ragioni di Stato. La prima madre di una Sardegna unita che definiva nella Carta “La Repubblica Sardisca”, desiderando quell’indipendenza isolana di fronte alle brame aragonesi, genovesi, e di altre potenze straniere.

La peste riuscì a portare via il suo corpo nel 1404 ma non la sua testimonianza di femmina capace di conquiste sociali, politiche, e di diritti di imperitura memoria.

La sua vita e quella di tante altre in “Storie di donne speciali”.