Il primo Papa americano, una svolta storica: l'analisi dell'ambasciatore Ettore Sequi

09 maggio 2025 alle 19:29aggiornato il 09 maggio 2025 alle 19:30

“L’elezione del primo Papa americano rappresenta una svolta storica per la Chiesa Cattolica”. Così Ettore Sequi, ex ambasciatore in Cina, figura chiave nella politica estera italiana, con una lunga carriera nel servizio diplomatico, intervistato da Simona De Francisci a “La Strambata”. Quanto successo al Conclave segna in maniera netta un allontanamento dalla tradizionale "romanità" del papato. Un Papa americano, con attività missionaria in Perù, simboleggia una Chiesa più globale. Il suo papato potrebbe essere meno legato alla diplomazia vaticana e più influenzato dal pragmatismo e dalla trasparenza anglosassone. Sulla base della sua passata attività sacerdotale, vescovile e cardinalizia si attende maggiore attenzione a temi come pace, migrazioni, disuguaglianze e dialogo interreligioso, tipici delle Chiese americane. Un Papa non europeo potrebbe accelerare il declino dell’Europa come centro del cattolicesimo, a favore di Africa e Americhe. La Chiesa del futuro sarà sempre più asiatica, riflettendo la crescita e la vitalità delle comunità cattoliche nel continente. Questo orientamento è in linea con la visione di Papa Francesco, che ha sottolineato l'importanza dell'Asia nel futuro del cattolicesimo. Il Conclave del 2025 si è concluso in modo sorprendentemente rapido, segnando un momento di notevole unità all'interno della Chiesa cattolica. La celerità del processo riflette un forte consenso tra i cardinali, molti dei quali nominati da Papa Francesco, evidenziando una continuità nella visione e nelle priorità della Chiesa.