Dieci anni fa una ragazza di quindici anni scompare ad Avetrana, seimila anime in provincia di Taranto.

Verrà ritrovata barbaramente assassinata, dopo giorni di ricerche che fanno piombare l’Italia in una sorta di drammatico reality in cui i carnefici giocano su più fronti. Quella ragazza si chiamava Sarah Scazzi.

Per quell’omicidio vengono condannate all’ergastolo Sabrina Misseri e sua madre, Cosima Serrano, (cugina e zia della vittima) nonché lo zio Michele per aver occultato il cadavere.

Ora due bravi giornalisti d’inchiesta (nonché scrittori), Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, hanno dato alle stampe un romanzo-reportage (“Sarah. La ragazza di Avetrana”, Fandango Libri) dove ripercorrono i fatti di allora e aprono nuovi interrogativi.

Lo spiegano in questa intervista che anticipa un ampio servizio in edicola domani su L'Unione Sarda.
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