Tra le tante meraviglie archeologiche che la Sardegna può offrire (non tutte adeguatamente valorizzate) c'è la necropoli ipogeica di Sant'Andrea Priu, ubicata nella piana di Santa Lucia, nei pressi di Bonorva.

È una delle più importanti del Mediterraneo e risale al neolitico finale, collocandosi nel periodo prenuragico, all'interno dell'importante cultura di Ozieri (3500-2700 a.C). L'ampia necropoli, ottimamente conservata, piena di affreschi, iscrizioni e decorazioni, è gestita da una cooperativa, i cui componenti sono anche guide specializzate. L'anno scorso ha ricevuto 13mila visitatori, di cui molti stranieri, che possono usufruire anche di un piccolo centro di ristoro nelle vicinanze del sito.

Per la necropoli bonorvese (come per le altre in Sardegna) questa stagione si presenta in salita, tuttavia le guide locali non si rassegnano. "Abbiamo riaperto solamente la settimana scorsa - spiega Marinella Solinas, guida e presidente della cooperativa che gestisce il sito - Il momento è difficile e le prenotazioni languono, ma noi non demordiamo e continuiamo a svolgere il nostro lavoro. Per il mese di giugno - continua - saremo aperti solo nel weekend. A luglio cercheremo di esserlo tutti i giorni, poiché confidiamo in una ripresa del flusso interno e anche turistico, sia nazionale che estero. Purtroppo a causa della crisi post pandemia - conclude - per il momento non possiamo assumere personale esterno".
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