Continua il viaggio nei rioni del malessere di Cagliari, dove tante famiglie fanno fatica a uscire dal degrado e, spesso, vivono negli alloggi dell'agenzia regionale Area o del Comune.

Dopo Sant'Elia e la borgata di Santa Teresa, tocca a San Michele e Is Mirrionis, dove i quasi 20mila residenti (dati del Comune che risalgono al 2018) sono costretti a convivere con degrado, muffa nelle pareti di casa, blatte, topi, pareti così sottili da sentire ciò che fa il vicino, cumuli di spazzatura nelle strade, assenza di servizi, abitazioni fatiscenti. Mattina e notte.

Rioni dalla densità abitativa elevata in cui l'edilizia popolare anni Cinquanta e Sessanta ha creato mostri.

In via Timavo le famigerate case parcheggio dovevano essere abbattute e sono ancora lì; in via La Somme la situazione non è tanto diversa. "

Mancano aree verdi, non ci sono punti di ritrovo per i più giovani, se potessi venderei>: lunga la lista di lamentele di chi vive in due quartieri periferici e disagiati". E il Comune? "Latitante".

In molte palazzine mancano gli ascensori e gli inquilini più anziani hanno problemi a uscire da casa, la manutenzione è un miraggio, i fili elettrici sono a vista, l'umidità è padrona degli scantinati e non solo.

Chi può, sborsa il denaro per i rattoppi di tasca sua; chi non può, si arrangi.

Il tour nei quartieri più difficili di Cagliari proseguirà con il servizio dedicato al quartiere Cep. Il racconto della vita a San Michele e Is Mirrionis su "L'Unione Sarda" in edicola domani.
© Riproduzione riservata