Un primo maggio così ad Alghero nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Lungomare assolato deserto, bastioni splendidi ma desolati, come ai tempi delle pestilenze medievali, tavolini dei bar vuoti e i caratteristici budelli del centro storico silenziosi e struggenti.

È un cuore catalano ferito quello che si presenta all'obiettivo in un tempo che non si dimenticherà facilmente.

Solo un anno fa oggi Alghero veniva presa d'assalto da turisti e isolani, nelle classiche gite fuori porta. Per la città catalana era il grande banco di prova prima dell'avvento dell'estate.

Ora regna solo l'incertezza dell'inizio della fase 2 dell'emergenza coronavirus. I baristi premono per l'apertura, gli albergatori pure. Le perdite economiche sono già ingenti. Coniugare salute ed economia è il dubbio amletico della politica a tutti i livelli. Tra litigi e divisioni il compito sta diventando sempre più difficile.
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