Toccante testimonianza di Nathalie Leiba, psicologa di Medici Senza Frontiere, che mercoledì sera a Catania ha assistito alcuni dei 27 minori sbarcati dalla nave Diciotti.

"Ho trovato dei ragazzi molto stanchi, esausti, erano anche confusi. Avevano capito che a bordo c'era stato un problema per cui non sbarcavano, ma non avevano capito esattamente di cosa si trattasse", ha spiegato.

"I ragazzi erano eritrei. Tra di loro c'erano dei casi particolarmente vulnerabili. Ci hanno raccontato le loro storie, quello che avevano passato in Libia. La maggior parte di loro hanno parlato di periodi di detenzione molto lunghi, superiori a un anno, in cui hanno subito violenze fisiche e maltrattamenti", ha aggiunto.

"In particolare c'è la situazione di due minori che mi è rimasta particolarmente impressa: uno non riusciva a vedere bene, aveva le pupille dilatate, mi ha raccontato di essere stato detenuto al buio per un anno, subendo vessazioni e torture. Un altro ragazzo invece è stato ferito alla spalla. I trafficanti stavano litigando per chi avrebbe dovuto rapire questo gruppo di cui faceva parte e gli hanno sparato quando lui ha 15 anni", ha raccontato.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata