Beniamino Zuncheddu, una firma per una ‘’legge di civiltà’’

02 maggio 2025 alle 20:31aggiornato il 02 maggio 2025 alle 20:31

Trentatré anni in carcere da innocente. Beniamino Zuncheddu ha conquistato le prime pagine, ma non ha ricevuto nulla. Non avrà nemmeno la pensione. Vittima del più clamoroso errore giudiziario italiano, ora non riceve alcun sostegno. Arriverà il risarcimento, certo. Ma quando? Spesso anche 7-8 anni dopo la sentenza. E’ il senso della proposta di legge di iniziativa popolare che punta a far ottenere agli assolti un assegno di mantenimento in attesa del risarcimento dello Stato. Purtroppo in Italia ci sono diversi ‘’Beniamino’’. E per tutti serve, come è stata definita dalla signora Augusta, la sorella di Zuncheddu, una ‘’legge di civiltà’’.  Il testo è stato presentato in Cassazione, ora servono 50mila firme per l’esame parlamentare.  Prevede una indennità pari al doppio della pensione sociale nel periodo che intercorre fra la sentenza di assoluzione e la concessione del risarcimento. Intanto, dal 1991 al 31 dicembre 2023 i prosciolti in Italia sono stati 31.397, esattamente 951 l’anno. Un costo a valere sui fondi della Cassa delle ammende, che spetta all’imputato che abbia preannunciato la presentazione della domanda di riparazione, prosciolto perchè il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto, perchè il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato. «La durata - si legge nel testo - non può essere inferiore al doppio della durata di espiazione della pena e della custodia cautelare sofferta». Un diritto che si estingue se non viene presentata la domanda di riparazione nei termini previsti dalla legge. E’ possibile firmare accedendo al sito del Ministero della Giustizia.

I contenuti della legge sono stati illustrati a ‘’La Strambata’’, su Radiolina, dall’avvocato Mauro Trogu, difensore di Beniamino Zuncheddu.