Riforme.

Todde: «Vogliamo riscuotere noi le nostre entrate» 

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La questione è annosa ma sempre attuale: «Finché lo Stato continua a incassare anche le risorse che ci spettano, avrà sempre il coltello dalla parte del manico», avverte Alessandra Todde. Al dibattito sulle riforme istituzionali, che ieri a Cagliari ha chiuso l’iniziativa “Facciamo il punto” organizzata dal senatore del Pd Marco Meloni, la presidente della Regione ha rispolverato il tema dell’Agenzia sarda delle entrate, o meglio: delle modalità di riscossione dei gettiti fiscali che spettano all’Isola.

Di recente la Giunta ha riaperto la vertenza sui 1.700 milioni che mancano all’appello. Solo che, appunto, le entrate vengono quasi interamente riscosse dallo Stato, che poi calcola quanto deve trasferire alla Sardegna. E guarda caso, da questo lato del Tirreno i conti non tornano mai. «Dobbiamo diventare adulti nell’incasso delle nostre risorse», ha detto Todde. Ma non è l’unica riforma che sta a cuore alla governatrice, che ha ribadito l’interesse per una revisione dello Statuto speciale e in particolare delle competenze regionali: «Alla Sardegna servono poteri nuovi e parametri diversi su scuola, energia, paesaggio, beni culturali».

Un suggerimento è arrivato dal segretario del Pd Silvio Lai: «Difficilmente lo Stato restituirà i soldi non dati. Facciamo come il Trentino: scambiamo risorse con poteri. Al tavolo con Giorgetti è possibile ottenere l’indicazione di una data certa entro la quale arrivare alla revisione dello Statuto». Nell’attesa di questa, il Consiglio regionale mira a una nuova legge statutaria e alla revisione di quella sulle competenze degli assessorati: «Al Governo abbiamo a che fare con gente come Calderoli, che vuole favorire alcune regioni», ha spiegato il presidente dell’assemblea sarda Piero Comandini, «dobbiamo assumerci la responsabilità di fare almeno quello che possiamo fare da soli».

Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha invocato riforme che favoriscano la pianificazione strategica e la rendano efficiente: «In via Porto Botte la competenza sul marciapiede di un lato è di Cagliari, su quello del lato opposto è di Monserrato, un’assurdità». Quanto al riequilibro dei rapporti tra assemblee ed esecutivi, ha ammonito: «Giusto favorire la governabilità, io lascerei le cose come sono».

Di sicuro, ha sottolineato Marco Meloni, «la Sardegna ha bisogno di un governo stabile, capace di programmare con uno sguardo lungo, che vada oltre la singola legislatura. Perciò è necessario che i prossimi siano anni di riforme, risanamento e buon governo».

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