Regionali.

Sinistra in stand by in Puglia, l’accordo sul governatore non c’è 

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La Puglia è l'ultima regione ancora senza un candidato per il Campo largo, in vista del voto in autunno. E come il Veneto per la destra, vive uno scontro interno feroce nonostante i buoni auspici iniziali. Colpa, anche, della presenza di due governatori in carica dal peso rilevante.

Al nord il leghista Luca Zaia condiziona le scelte nelle altre regioni, a causa di rivalità incrociate tra leghisti e meloniani. Matteo Salvini assicura: «Troveremo un accordo con i candidati migliori». A sud Michele Emiliano, mantenendo la candidatura a consigliere regionale, ostacola la corsa ufficiale a governatore di Antonio Decaro, del Pd, che non vuole «ingombri» sul suo cammino. Ma chissà che ora una tregua con il terzo litigante, alias Avs, sblocchi l'operazione Campo largo pugliese. Tra oggi e domani il faccia a faccia tra Decaro e Nichi Vendola, l'ex governatore di Avs che è in campo, anche lui, per il l Consiglio regionale. Poi si dovrebbe riunire il tavolo della coalizione.

Decaro non vuole né Vendola né Emiliano, consapevole però che stoppare su Vendola il partito di Fratoianni e Bonelli è molto difficile: non si può dettare legge in casa altrui (come Fratoianni ha scandito più volte con toni ultimativi) né si può rischiare di far saltare il Campo largo. Poi le mediazioni tra i due, spinte dalla segreteria regionale dei Dem, che caldeggia un accordo per salvare sia Decaro sia il rapporto tra Pd e alleati.

Più in alto mare una mediazione con Emiliano per un suo passo indietro oppure offrendogli, in cambio, il ruolo di assessore esterno in una futura giunta Decaro. Ma le nubi restano. Un indizio del disaccordo è l'assenza di Decaro oggi a Ceglie Messapica, in Salento: l'eurodeputato, pur atteso, ha un impegno a Bruxelles. Temendo il peggio, qualcuno inizia a scommettere direttamente su Vendola.

La guerriglia, e l'attesa, contagia il centrodestra. In ballo c'è un nuovo vertice tra i leader, dopo i due infruttuosi di luglio, ma non si sa quando: forse a margine del Consiglio dei ministri nel pomeriggio. Salvini svicola: «Ci troveremo a parlare delle Regionali a breve». Poi stoppa i giornalisti su un confronto tra alleati, e con la premier, bollandolo come «guardonismo estivo». Assicura invece che «ci sentiamo ogni giorno per lavoro».

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