È un gioiello sul mare tempestato di sacchetti di spazzatura. La strada litoranea che da Cagliari porta a Villasimius regala uno spettacolo naturalistico dietro l’altro, purtroppo deturpati da decine di discariche vista mare, sparse praticamente ovunque per ricordare a tutti che gli incivili si scatenano d’estate.
La via della vergogna
Da Flumini a Geremeas, proseguendo per Torre delle Stelle, Solanas e Porto Sa Ruxi: percorrere la Provinciale 17 è come fare una lunga processione votata alla maleducazione. Quasi ogni piazzola si trasforma in un cestino dei rifiuti. E sul bordo strada è un susseguirsi di buste abbandonate, pneumatici, scarti di cantiere, mobili e tapparelle che hanno visto tempi migliori e lontanissimi.
E il pugno allo stomaco è innegabile: tonnellate di immondizia si ammassano infatti a pochi metri dal mare cristallino e dalle spiagge dorate. Con tanto di beffa, visto che i cumuli più voluminosi si trovano paradossalmente negli spiazzi in cui i Comuni competenti hanno messo cartelli di divieto assoluto di abbandonare rifiuti, pena severissime sanzioni.
In strada
I circa cinquanta chilometri che separano il capoluogo dall’angolo sudest dell’Isola rivelano le cattive abitudini di residenti e vacanzieri. La maggior parte dei rifiuti viene infatti lasciata nei tratti più isolati, dove i delitti contro l’ambiente possono rimanere impuniti.
I tornanti tra la spiaggia di Cala Regina, Mari Pintau e Kal’e Moru si trasformano così in perfette isole ecologiche abusive per colpa di turisti che non hanno voglia di rispettare le regole della differenziata, forse alla fine di una faticosa giornata trascorsa in spiaggia, o di residenti che non hanno mai voluto mettersi in regola con le tasse locali, preferendo usare la propria terra come cestino dei rifiuti. Tanto prima o poi qualcuno passerà a ritirarli.
Ma tra i criminali c’è sempre qualcuno che (nel male) emerge. Come coloro che hanno lasciato rotolare decine di vecchi pneumatici verso il mare di Is Canaleddus. Troppi per essere di qualche privato cittadino e non di uno spregiudicato imprenditore che ha deciso di non affrontare le spese di smaltimento.
Il rimpianto
Paradiso e inferno si sfiorano così davanti al mare. Per l’incredulità dei turisti che sulle piazzole affacciate sulla costa devono dribblare buste e vecchi elettrodomestici per scattare qualche foto mozzafiato. «Ci sono rifiuti abbandonati da anni, è incredibile che nessuno faccia nulla», dice una coppia tedesca parcheggiata in uno dei tanti balconi naturali a bordo strada in cerca dello scatto perfetto. Come si fa a distruggere un paradiso del genere? Eppure sarebbe più civile lasciare l’immondizia almeno nei centri abitati e non in mezzo alla natura», continuano i due turisti aprendo con orgoglio il cofano dell’auto presa a noleggio dal quale spunta un sacchetto maleodorante. «Sì, col caldo la spazzatura puzza in fretta, ma non è un buon motivo per lasciarla in mezzo alla natura incontaminata».
Un suggerimento tanto semplice quanto vano perché gli incivili sembra non conoscano vergogna, fiduciosi forse di non essere mai colti sul fatto.
Il ritorno
E se sulla costiera si piange lacrime amare, imboccando le strade più interne non si ride affatto. Ritornare a Cagliari passando per la Statale 125 ripropone infatti scene simili viste all’andata. D’altronde a 100 chilometri all’ora, tra le gallerie della nuova Orientale, è relativamente semplice disfarsi dei rifiuti dalle auto in corsa.
Anche se il peggio lo si vede alle porte di Cagliari, a pochi metri dallo stagno di Simbirizzi. Qui le piazzole sembrano usate da decine di persone ogni giorno per disfarsi del superfluo. I cartelli del Comune servono a poco. C’è di tutto: buste del supermercato, come nuove e piene di chissà cosa accanto a secchi di vernice indurita abbondati da chissà quando. L’ennesimo sfregio di criminali del degrado contro i quali però sembra non esserci speranza di vittoria.
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