Con l’audizione dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, la Commissione speciale per la legge statutaria e le norme di attuazione dello Statuto, presieduta dal presidente del Consiglio, Piero Comandini, ha chiuso il ciclo delle audizioni programmate.
«Quello delle riforme è un tema indifferibile alla luce della modifica del Titolo V della Costituzione e l’introduzione dell’autonomia differenziata – ha detto il segretario della Cgil, Fausto Durante –. Occorre avviare una nuova negoziazione con lo Stato per l’acquisizione di nuove funzioni da parte della Regione definendo nuove competenze negli ambiti di maggiore interesse: energia, urbanistica, trasporti, beni culturali e paesaggistici. Sono convinto che si possa sfruttare meglio lo strumento delle norme di attuazione come ha fatto il Trentino».
Per Pierluigi Ledda, segretario della Cisl, la nuova stagione delle riforme deve partire dalla riflessione su come si è esercitata finora l’autonomia e cosa fare per renderla effettiva in futuro. «Per far questo serve una guida regionale forte e forme di partecipazione che includano sindacati e cittadini. Occorre una nuova visione dell’autonomia che tenga conto dei profondi cambiamenti intervenuti nella società globale». Secondo il segretario della Cisl, per rafforzare la specialità sarda serve un confronto continuo con lo Stato e un ripensamento delle relazioni con l’Europa: «Lo svantaggio dell’insularità va riconosciuto. L’inserimento del principio in Costituzione deve diventare un diritto».
Per la segretaria della Uil, Fulvia Murru, le riforme devono avere come obiettivo il superamento degli svantaggi strutturali e l’effettivo esercizio della specialità. «L’autonomia serve a creare opportunità – ha detto Murru –, i sindacati possono dare una mano su questo versante. Vorremmo essere più coinvolti nelle scelte strategiche». Per Murru, la Sardegna finora non ha sfruttato le occasioni: «Per questo le norme di attuazione possono essere utilissime. Per esempio eliminando le ambiguità e chiarendo gli ambiti dove si esercitano le potestà statutarie: la Sardegna deve poter contare di più nelle scelte di politica industriale, energia, trasporti. Anche sulla sanità occorre rivedere qualcosa, tenendo conto della nostra condizione di insularità e della conformazione territoriale della Regione». Soddisfatto Comandini: «Ora la Commissione farà sintesi ed elaborerà una proposta».
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