Emigrati

«Ora voteranno tutti, i giovani non seguono gli ordini di scuderia» 

L’avvocata Sara Nicole Cancedda: guardiamo al congresso con fiducia 

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«Siamo molto contenti di come si sono risolte le cose. Ora voteranno tutti, come è giusto che sia. L’assessora Manca ci ha dato ragione, senza neppure entrare negli aspetti legali, che pure c’erano. Ma dal nostro punto di vista era una questione “politica”. Non si potevano stravolgere completamente le modalità di voto, cancellare così la partecipazione di giovani e donne. Ora ci auguriamo che il clima teso si stemperi, e si possa fare un congresso in armonia, stanno arrivando delegati da tutta Italia».

Sara Nicole Cancedda, 33 anni, avvocata, partita da Gonnosnò a 18 per andare a studiare a Roma alla Luiss e ora residente a Milano, è la coordinatrice dei giovani della Federazione della associazioni sarde in Italia degli emigrati, autrice della lettera-denuncia che ha fatto saltare per aria il progetto del presidente uscente Bastianino Mossa. Progetto che cambiava statuto e regolamento, e che con ogni probabilità gli avrebbe assicurato una rielezione certa, sfumato dopo un incontro a quattr’occhi martedì con l’assessora al Lavoro.

Come avete saputo di questo piano?

«Durante una riunione dell’esecutivo il 3 ottobre è stata avanzata questa idea di far votare solo i presidenti dei circoli, al che io e la coordinatrice donne Rita Danila Murgia ci siamo poste in maniera molto ferma: una proposta così impattante – con la riduzione della platea dei votanti da 270 a 68 – dieci giorni prima del Congresso, era inaccettabile. In quel modo i giovani sarebbero del tutto marginali, messi lì soltanto per dargli un contentino, non per farli partecipare davvero».

Così avete scritto la lettera aperta.

«Ci saremmo risparmiati volentieri questa “pubblicità” se avessimo avuto spazi di discussione interna. Tutti i processi richiedono una partecipazione democratica, dalla base, ma in questo caso non ci sarebbe stato il tempo per un dibattito franco e una soluzione condivisa. E devo dire che in questa “battaglia” abbiamo avuto il sostegno anche di molti presidenti di circolo».

Lei è entrata nella Fasi da subito, appena lasciata la Sardegna?

«No, l’ho conosciuta per caso, un giorno in una traversa vicino a dove vivevo a Roma ho visto una bandiera dei Quattro Mori, e sono entrata nella sede del circolo Acrase Maria Lai. Poi mi sono resa conto, insieme con altri giovani emigrati, che molti non sanno dell’esistenza di questa rete proprio nel momento in cui ne avrebbero più bisogno, quando studiano. Per questo abbiamo messo in piedi diversi progetti, tra cui Next Generation Fasi con la Regione, per dare informazioni, offrire supporto a chi cerca casa, organizzare giornate d’orientamento nelle scuole».

Questo weekend al Congresso di Alghero di cosa parlerete?

«Noi giovani saremo una bella delegazione, parleremo dei temi che ci stanno a cuore, di come cambia la partecipazione all’associazionismo, di continuità territoriale, di lingua e cultura sarda, delle tradizioni musicali, della valorizzazione della nostra rete in un’ottica di collegamento. E poi del tema dell’energia, dell’eolico e del fotovoltaico, che abbiamo approfondito anche con i comitati, con esperti, con rappresentanti delle istituzioni, per dire no alla speculazione».

Cosa contestate alla presidenza uscente?

«Io avrei apprezzato una maggiore considerazione per i progetti del coordinamento giovani, abbiamo sviluppato tante idee e molte non li abbiamo realizzati tramite la Fasi, ma solo grazie ad alcuni circoli che ci hanno supportato. Così come su alcuni temi – cito tra tutti quello dell’eolico – mi sarebbe piaciuto che la Fasi prendesse una posizione pubblica, cosa che invece non ha fatto».

Dunque domenica per chi voterete?

«I giovani non seguono le logiche che si applicano generalmente a queste elezioni, non seguono gli ordini di scuderia, votano in autonomia, rispondendo ai propri valori, a ciò che sentono più vicino. Al momento non sono state formalizzate candidature, ci troveremo ad Alghero, discuteremo, e valuteremo come muoverci».

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