il caso

Incendio a Olbia, l’ira dei passeggeri bloccati a Fiumicino 

Aeroporto minacciato dal rogo S’indaga per attentato alla sicurezza 

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Attentato alla sicurezza della navigazione aerea, potrebbe essere anche questa, oltre all’incendio doloso, la contestazione per i responsabili dei roghi che, l’otto e il dieci luglio, hanno pesantemente condizionato le attività dell’aeroporto Costa Smeralda. La Procura di Tempio attende le informative del Corpo Forestale per le prime valutazioni sui due episodi che hanno causato danni ingenti a migliaia di passeggeri (furibondi quelli rimasti bloccati a Roma), a diverse compagnie aeree e alla società di gestione dell’aeroporto di Olbia.

Gli investigatori sono al lavoro per individuare i responsabili degli incendi che sono scoppiati nella zona di Colcò e in quella di Su Trambuccone, aree a ridosso dell’aeroporto Costa Smeralda. Gli incendi sono partiti in una zona sulla direttrice dell’atterraggio dei velivoli. La presenza di elicotteri e Canadair durante le operazioni di spegnimento ha impedito ovviamente il passaggio degli arei di linea. I danni sono ingenti anche per l’aviazione generale.

Rimasti a Roma

E al danno si sono aggiunti i disagi. Faranno rientro a casa solamente oggi 180 passeggeri Volotea, rimasti bloccati a Roma dalla serata di giovedì, a causa del rogo attorno all’aeroporto di Olbia. E la conseguente scelta della compagnia spagnola, di posticipare i voli per il Costa Smeralda, dalle 7.50 di stamane (a cui seguiranno altre tratte a seconda della disponibilità di posti). Grande il malumore dei viaggiatori, rimasti in transito per due giorni nella capitale, ospiti in Hotel della compagnia la prima notte e, in quella appena trascorsa, a proprie spese, fra alloggi di fortuna o sulle panchine dell’aeroporto di Fiumicino. «Giovedi, al nostro arrivo in aeroporto - racconta Rosa Angius, di Nuoro - abbiamo constatato che il volo delle 18,55 era stato posticipato alle 20.10. Abbiamo chiesto più volte delle spiegazioni, ma nessuno ci ha informato dell’incendio a Olbia. È iniziato così un vergognoso tour dagli imbarchi fino ai check-in». Alle 21 l’annuncio di Volotea sulla cancellazione del volo: «Solo grazie ai mezzi di informazione - aggiunge Angius - abbiamo saputo dei voli cancellati. Siamo stati così trasferiti in hotel, fino alla mazzata delle scorse ore, con Volotea che ci comunicava il rientro a casa per sabato». Chi è voluto rientrare ieri ha dovuto prenotare nuovi biglietti per Cagliari o il traghetto Civitavecchia-Golfo Aranci: «Ormai noi sardi - dice Maria Giovanna Corrai, da Bono - non abbiamo più il diritto alla mobilità. Siamo consci che l’incendio su Olbia abbia provocato dei disagi, ma così è troppo. Tanti di noi hanno dormito in aeroporto non potendosi permettere un albergo. La compagnia ci ha promesso dei rimborsi entro 7 giorni, ma non risolveranno nulla».

L’assessora

E ieri sul tema degli incendi è intervenuta anche l’assessora regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi: «In uno scenario climatico mutato, sappiamo quanto la tempestività sia determinante. Ecco perché abbiamo potenziato l’intera macchina operativa. La flotta aerea regionale è pienamente operativa: 10 elicotteri già contrattualizzati e ulteriori 2 in fase di gara, oltre alla disponibilità dei mezzi nazionali. Tra questi, 3 Canadair con base a Olbia e 2 elicotteri dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare dislocati nel sud dell’Isola. È una battaglia sempre molto difficile, che richiede responsabilità collettiva».

(ha collaborato Giorgio Ignazio Onano)

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