Pavia. Potrebbe non finire il 18 dicembre l’incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli nell’indagine su Anderea Sempio per l’omicidio Poggi. Non è escluso infatti che la difesa possa rivedere la scelta di qualche mese fa e chiedere, invece, di estendere gli accertamenti anche all’ormai nota impronta 33, individuata su una parete delle scale che portano al seminterrato nella villetta di via Pascoli e attribuita dagli inquirenti al 37enne. L’ipotesi sarà affrontata dopo il ponte dell’Immacolata, in una riunione dei legali in vista dell’udienza in cui i periti Denise Albani, Domenico Marchegiani e Giovanni Di Censo illustreranno il risultato del loro lavoro, che ha passato in rassegna impronte digitali e tracce genetiche, tra cui quelle prelevate dalle unghie di Chiara. L'estensione degli accertamenti alla “palmare 33” era stata scartata mesi fa dal precedente collegio difensivo (Massimo Lovati e Angela Taccia) nonostante il parere del generale Luciano Garofano, che allora li affiancava come esperto: l’ex capo dei Ris, che poi si è dimesso, insisteva perché quel reperto entrasse nel pacchetto di analisi al centro dell’incidente probatorio. Ora si profila in modo concreto l’ipotesi di una richiesta di esaminare pure quella impronta, da loro ritenuta non attribuibile sotto il profilo dattiloscopico, all’attuale indagato. Tale richiesta era già stata avanzata dalla famiglia Poggi ma era stata respinta dai pm. Qualora si procedesse con la nuova analisi, l'incidente probatorio non si chiuderà e il risultato entrerà con il valore di prova in un eventuale processo a carico di Sempio. Stesso valore lo avranno i risultati messi nero su bianco nella relazione peritale che, oltre al resto, ha affrontato il Dna maschile estratto dalle unghie di due dita di una mano di Chiara.
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