La visita

Zangrillo alle imprese: «Lottiamo con voi contro la burocrazia» 

Il ministro a Cagliari ospite di Confapi: abbiamo semplificato 400 procedure 

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Un occhio sulle imprese, con il taglio alla burocrazia, e uno sulla Pubblica amministrazione, da svecchiare attraverso nuovi concorsi. Perché «le sfide di oggi e di domani – arringa Paolo Zangrillo – non possono essere vinte da soli, serve un’alleanza tra Stato e aziende». Il ministro – che parla a Cagliari, ospite di Confapi al convegno “Il valore delle Pmi” – usa i numeri per raccontare l’Italia che «funziona» e annotare dove il Paese è «indietro». Quindi «le cose fatte» e i «traguardi da raggiungere».

La priorità

Zangrillo, titolare della Pubblica amministrazione nel Governo Meloni, mette subito sul piatto «le quattrocento procedure semplificate in settori chiave come l’ambiente, l’artigianato, l’energia, la scuola e la sanità». Il taglio alla burocrazia «come priorità, un costo da 60 miliardi l’anno. Il nostro obiettivo è costruire una Pubblica amministrazione capace di guidare il cambiamento, non di subirlo, in modo da creare fiducia e liberare energie per lo sviluppo del Paese. Abbiamo aperto un portale, Italiasemplice.gov.it, in cui rendiamo trasparente e accessibile il cammino».

Il convegno

Confapi Sardegna, la Confederazione della piccola e media industria, da mesi era al lavoro per portare ai mille associati il verbo di Zangrillo. «Un gesto concreto – dice il direttore Sandro Atzori – in un momento in cui le congiunture internazionali non sono facili». Guerre e ordine mondiale nuovo, questo lo scenario in cui si trovano a operare le imprese, anche quelle sarde. «E in Confapi sono micro per il 66% – sottolinea Atzori –, vuol dire sino a un massimo di nove dipendenti». Le Pmi italiane (142mila solo in Sardegna), le ha celebrate a lungo il ministro: «Sono la spina dorsale dell’Italia, rappresentano l’80% del nostro sistema industriale. Hanno esportato nel mondo qualità e creatività. Con la Finanziaria avremmo voluto fare di più, ma il momento è difficile per l’Occidente e non solo. Siamo però riusciti a far calare la disoccupazione al 6%, ci conforta il miglior tasso di occupazione mai raggiunto, oltre il 60%. Certo, ci attende la sfida delle competenze: nel nostro Paese servono tra i 600 e i 700mila lavoratori qualificati».

Uffici e assunzioni

Il ministro sposta lo sguardo dal privato al pubblico, di continuo. E sono altri numeri. «Intanto è una miseria bugia che in Italia l’amministrazione statale sia ridondante. Il rapporto tra dipendenti e abitanti è di 5,7 ogni cento; nel resto dell’Ue si arriva a nove. Per quasi dieci anni non ci sono state assunzioni: 300mila persone hanno lasciato il lavoro senza essere sostituite». Turn over bloccato per via del contenimento della spesa nazionale. «Siamo ripartiti, abbiamo portato la durata dei concorsi da due anni, un tempo inaccettabile, a 150 giorni. Quando siamo arrivati al Governo l’età media nella pubblica amministrazione era di 52 anni, adesso è di 43. Per impiegare i giovani abbiamo introdotto strumenti nuovi come il contratto di apprendistato per i neolaureati, quello di formazione e lavoro, hanno un’occasione anche i diplomati degli Its Academy, proprio perché servono sempre di più profili tecnici. In due leggi di bilancio, abbiamo stanziato 20 miliardi per i rinnovi contrattuali dei trienni 2022-2024 e 2025-2027, più altri 10 sino al 2030. È un impegno senza precedenti considerato il momento storico in cui ci troviamo».

I raffronti

Ma l’Italia, pur con le sue eccellenze, deve ancora macinare innovazione. «Sulla digitalizzazione – continua Zangrillo – non siamo al posso con il resto dell’Europa: su quella di base noi siamo al 47% contro il 60% di media Ue. Ma nessuna trasformazione è possibile senza capitale umano. Dobbiamo continuare a investire sulla formazione e sulla valorizzazione del merito, creando un ambiente di lavoro che attragga i migliori e permetta a tutti di crescere. Noi non vogliamo lasciare indietro nessuno».

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