WASHINGTON. Ormai i blitz non si svolgono più soltanto nei mari venezuelani: un mese fa, nell’Oceano Pacifico, forze speciali Usa hanno abbordato un cargo diretto dalla Cina all’Iran. A bordo, materiale “dual use”, cioè tecnologia utilizzabile sia in ambito civile sia militare. L’operazione, appoggiata dalla Marina americana, si è svolta a centinaia di miglia dallo Sri Lanka: uomini armati hanno preso il controllo della nave, sequestrato e distrutto il carico, quindi consentito all’imbarcazione di riprendere la rotta.
È un episodio raro, il primo noto negli ultimi anni contro un carico di origine cinese destinato all’Iran. Secondo fonti Usa, il materiale era destinato a società coinvolte nel programma missilistico iraniano, che Teheran starebbe cercando di ricostruire dopo i recenti bombardamenti israeliani e americani, in un contesto di negoziati nucleari ancora bloccati.
La Cina resta un alleato chiave dell’Iran, soprattutto sul piano energetico, anche se non è chiaro quanto Pechino sia consapevole di queste spedizioni. Secondo analisti americani, aziende cinesi forniscono tecnologie a duplice uso che aumentano la precisione dei missili iraniani, ritenute particolarmente pericolose. Il blitz avviene dopo la reintroduzione da parte dell’Onu del divieto sul commercio di armi con Teheran e rappresenta un segnale diretto di Washington alla Cina sul riarmo iraniano.
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