Se nelle strutture ricettive il Capodanno fatica a decollare, per i ristoranti la notte di San Silvestro sembra offrire prospettive più promettenti. «Il sentimento è in bilico» racconta Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio Sud-Sardegna, «buona parte degli associati sta lavorando come lo scorso anno e si ritiene comunque soddisfatta. Altri lavorano un po’ meno, in pochissimi prevedono di fare di più. Tendenzialmente però non c’è preoccupazione». Una voce più rassicurante di quella degli albergatori, che però trova molti punti in comune: «Non ci aspettiamo una massa critica di turisti in arrivo. A prenotare nel capoluogo sono principalmente famiglie o gruppi di amici. I pochi che arrivano da fuori si trovavano già in Sardegna per passare le feste con i propri parenti». Inutile nascondersi dietro un dito, «è ovvio che un programma più attrattivo per l’ultima notte dell’anno avrebbe potuto aiutare anche il nostro settore, però il cenone di capodanno in ristorante resta sempre una tradizione nella visione delle feste italiana» rassicura Frongia. I prezzi dei menù sono in linea con quelli degli anni scorsi e ad avere la meglio nelle offerte per il cenone è sempre il menù fisso. Per andare incontro alle esigenze dei clienti però sempre più locali offrono un’alternativa predisponendo il menù alla carta. «Una scelta strategica pensata per permettere una maggiore flessibilità della spesa e velocizzare la cena, in modo che i clienti si possano alzare da tavola prima e godere degli eventi in città, senza dover attendere la mezzanotte in ristorante».
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