«Abbiamo bisogno di maestri di speranza, nella Chiesa e nella società». Il vescovo Antonello Mura lo raccomanda ai sindaci e lo dice nella cattedrale di Santa Maria della Neve durante la messa solenne che ieri sera chiude il Giubileo davanti a fedeli giunti da tutta la diocesi. Nell’omelia il richiamo alla politica è forte dopo il colloquio a porte chiuse con i sindaci della città e del territorio. «Siamo consapevoli che chi ha compiti pubblici serve la comunità in maniera disinteressata e libera alzando l’asticella dell’attenzione non su di sè ma per trovare soluzioni per tutti. Allora ci convinciamo che la politica non è cosa sporca». E sui maestri di speranza, tema del Giubileo, spiega: «Sono quelli che si sporcano le mani, che non si ritirano nei fortini delle loro opinioni, che amano più le soluzioni condivise che avere ragione da soli: portano speranza e educano altri ad averne». E poi: «Dobbiamo coltivare la speranza nella realtà, difficile, contraddittoria, affascinante. La conquisteremo sempre con fatica». Cita don Milani, richiama il ruolo della famiglia, auspica «cittadini e cristiani consapevoli e credibili». «Abbiamo bisogno di persone che non si voltino dall’altra parte, che non alimentino crisi di fiducia che segna spesso i rapporti personali e istituzionali. Abbiamo bisogno di persone che affermino con il loro impegno l’interesse generale allontanando i particolarismi, le ambizioni personali smisurate, le manovre, i calcoli elettorali, le promesse non mantenute, la lontananza dalla gente». Un pensiero speciale a medici e operatori sanitari: «Ci ricordano che ogni persona è preziosa». (m. o.)
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