«In altissima stagione, una delle zone turistiche più frequentate della Sardegna, che è tra le destinazioni marine preferite dal turismo internazionale, può permettersi un servizio sanitario di continuità come questo?».

Ossia, come quello in cui si è imbattuto un turista milanese in vacanza a San Teodoro, bussando alla porta di tre sedi di Guardia medica alla ricerca di una ricetta per un farmaco anticoagulante.

«Con il piano terapeutico dell'ospedale, mi reco alla Guardia medica di San Teodoro la cui dottoressa di turno non possiede il ricettario per le prescrizioni con esenzione, vado a quella di Porto San Paolo, attenendomi all’orario indicato sul sito, ma è chiusa oltre a essere segnalata da un malridotto cartello affisso su un cancello che vieterebbe l'ingresso perché Zona militare limite invalicabile», racconta Sergio Pravettoni, dopo aver raggiunto la struttura ospitata nel seminterrato di un edificio utilizzato dall'Arma dei Carabinieri. Fuori, due addetti al servizio ambulanza che non sanno dare informazioni e dentro, qualcuno che suggerisce di tornare il giorno dopo. «Il giorno seguente torno, secondo gli orari indicati, alla sede di San Teodoro e la trovo chiusa perché fa servizio quella di Budoni dove, finalmente, sono riuscito a trovare un medico provvisto del ricettario giusto».

Tutti i dettagli nell’articolo di Tania Careddu su L’Unione Sarda in edicola e sull’edizione digitale

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