Dodici anni fa il giornalismo italiano perdeva una delle voci più libere e autorevoli.

Quella di Enzo Biagi, morto a Milano il 6 novembre 2007, all'età di 87 anni.

Nato nel 1920 a Pianaccio di Lizzano, in provincia di Bologna, Biagi è stato una delle penne più importanti del Novecento.

Negli anni la sua firma ha lasciato il segno su tutte le più grandi testate italiane, sia quotidiane che periodiche, da Epoca a L'Europeo, dal Corriere della Sera a Repubblica, passando per Il Resto del Carlino (giornale dove esordì giovanissimo) e La Stampa.

Significativa anche la sua attività di giornalista televisivo: per anni ha condotto la rubrica Il Fatto, sulla Rai, senza mai lesinare critiche alla politica.

Tristemente celebre è rimasto l'editto "bulgaro", con il quale venne messo alla porta proprio dalla televisione pubblica, perché "sgradito" all'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Biagi ha sempre fatto del giornalismo una sorta di missione sociale, come ebbe a dire lui stesso, con parole chiare ed eloquenti: "Ho sempre sognato di fare il giornalista, lo scrissi anche in un tema alle medie: lo immaginavo come un 'vendicatore' capace di riparare torti e ingiustizie". E ancora: "Considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l'acquedotto. E prometto di non mandare nelle vostre case acqua inquinata".

(Unioneonline/l.f.)

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