26 aprile 1986, ore 1.23: il reattore numero 4 della centrale atomica di Chernobyl, in Ucraina, a pochi km dal confine con la Bielorussia (entrambe, all'epoca, facenti parte dell'Urss), esplode, per negligenza del personale addetto e per assoluta mancanza di manutenzione e misure di prevenzione.

È l'inizio del più grande disastro nucleare della storia.

Oltre 60 le vittime della deflagrazione, ma migliaia saranno i morti causati dalle radizioni nelle settimane e negli anni successivi.

La tragedia terrà l'Europa con il fiato sospeso, per le possibili ripercussioni dovute alla nube tossica prodotta.

Poi sarà la volta della presa di coscienza sui rischi del nucleare, che porteranno a manifestazioni in diversi Paesi per chiedere lo stop alle centrali atomiche.

Un dibattito che dura tuttora.

(Unioneonline/l.f.)

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