Il 13 dicembre 2003 l'esercito Usa, con un blitz nella sua città natale di Tikrit, cattura Saddam Hussein, il dittatore iracheno.

La cattura arriva a nove mesi dall'offensiva lanciata da Usa, Spagna e Gran Bretagna (dopo la presa di Baghdad entreranno altri Stati) contro l'Iraq, nell'ambito della guerra al terrore di George Bush dopo l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001.

A un mese e mezzo dall'inizio dell'offensiva Bush dichiara la fine delle operazioni militari, ma bisogna aspettare fino al 13 dicembre per la cattura dell'ex rais. Che sarà poi condannato all'impiccagione da un tribunale iracheno.

Si tratta della seconda guerra del Golfo. Nella prima, partita dopo l'occupazione del Kuwait da parte dell'Iraq, Bush padre risparmiò il rais e fermò l'offensiva una volta liberato il Kuwait.

Per giustificare l'offensiva gli Usa, con alleati al seguito, dichiararono che Saddam disponeva di un arsenale di armi di distruzione di massa. Armi che non sono mai state trovate, anzi. È successivamente emerso come le prove portate all'Onu per dimostrare che il rais avesse un arsenale erano in realtà falsificate.

Da allora l'Iraq non è mai stato pacificato. E proprio lì è nato lo Stato Islamico, alimentandosi dell'odio di iracheni e musulmani nei confronti degli Usa. Dalla moschea irachena di Mosul Abu Bakr al Baghdadi ha proclamato la nascita dello Stato Islamico.

(Unioneonline/L)
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