L'attentato di via Fani e l'esecuzione del leader democristiano interrompono una parabola politica iniziata a metà anni '40, quando il giovane studente di diritto Aldo Moro inizia la militanza nell’associazionismo cattolico nella natia Lecce, per poi entrare dopo la seconda guerra nelle file dei Costituenti e quindi nella dirigenza della Democrazia Cristiana.

Il partito in cui Moro militerà fino alla scomparsa, ricoprendo incarichi di vertice come sottosegretario agli Esteri nel primo Governo De Gasperi, come ministro della Giustizia nel Governo Segni e poi dell'Istruzione con Zoli, fino a diventare presidente del Consiglio per la prima volta nel 1963, con la storica apertura ai socialisti di Nenni.

Ancora più audace l'idea di dialogare con il PCI di Enrico Berlinguer, rimasta, dopo i tragici eventi del '78, solo nelle intenzioni del politico democristiano e sicuramente non appoggiata da tutti i suoi colleghi di partito.

(Unioneonline/b.m.)
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