È una giornata drammatica per il Cagliari il 1° ottobre 1967: durante la partita contro il Bologna, il rossoblù Mario Tiddia si scontra col portiere avversario, Adriano Reginato.

È il nono minuto del primo tempo.

Entrambi cadono a terra, svenuti.

Scattano i soccorsi, i compagni di squadra sono disperati; l'ambulanza li porta all'ospedale Maggiore.

Tiddia perde sangue dalla bocca - involontariamente si è morso la lingua, ma lo si capirà solo più tardi - ed è privo di coscienza, si teme abbia subito una frattura della teca cranica.

I medici visitano i giocatori, li sottopongono a esami; col trascorrere delle ore la situazione, per fortuna, si rasserena, ma la paura è stata tanta, soprattutto per la famiglia del giocatore rossoblù, informata al telefono di quanto accaduto.

Il giocatore sardo riporterà 10 punti di sutura nella regione parieto-occipitale destra e poi verrà dimesso.

Tiddia, nato a Sarroch nel 1936 e morto il 5 agosto del 2009, conosciuto da tutti come "Cincinnato" perché, insieme all'attività di calciatore, svolgeva l'attività di agricoltore, è rimasto nella storia del Cagliari divenendone un simbolo, non solo sul campo ma anche in panchina, come allenatore, tanto che la squadra lo ha inserito nella sua "Hall of fame".

"Era soprattutto un uomo semplice" è il ricordo di Gigi Riva.

(Redazione Online/s.s.)

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