Il 22 maggio 1978 il Parlamento italiano approva definitivamente la legge 194, che regola l'aborto.

Prima di allora l'interruzione volontaria di gravidanza veniva punita con la reclusione in carcere.

In seguito alle polemiche sugli aborti clandestini, praticati in gran quantità, che mettevano a rischio la salute delle donne, a una raccolta firme imponente dei radicali per fare un referendum, e a una sentenza della Corte Costituzionale che consentiva il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza in alcuni casi, il Parlamento decide di mettere mano alla materia e approva la legge, che di fatto legalizza l'aborto in Italia.

Il dibattito, a distanza di ormai 39 anni, non si è ancora concluso.

Proliferano infatti i gruppi "pro-life", che considerano l'interruzione di gravidanza alla stregua di un omicidio.

E non mancano le polemiche sull'eccesso di obiettori di coscienza negli ospedali. Un eccesso che, secondo molti, non garantisce una piena applicazione della legge 194.

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