Il 20 luglio 2001 muore a Genova, durante gli scontri tra manifestanti e polizia in occasione del G8, Carlo Giuliani.

Una morte quasi annunciata quella del 23enne, arrivata al culmine di giornate di violentissimi scontri tra i manifestanti (infiltrati dai temibili black bloc che hanno messo a ferro e fuoco la città) e le forze dell'ordine.

Carlo si stava scagliando con un estintore contro un Defender dei carabinieri, quando l'appuntato 21enne Mario Placanica ha fatto partire il colpo di pistola che ha messo fine alla sua vita: "Ero circondato, non potevo muovermi e temevo per la mia vita", si è giustificato il militare.

Per i fatti del G8 ci sono stati diversi processi. Placanica non è stato condannato, si è messo in congedo nel 2005.

Diversi agenti sono stati condannati in via definitiva per l'irruzione nella scuola Diaz, dove erano accampati a dormire i militanti del Genoa Social Forum e la polizia fece irruzione pestando brutalmente gente inerme, donne comprese. Per la Corte europea dei Diritti dell'uomo di Strasburgo, quella fu tortura.

Violenti e ingiustificati pestaggi anche alla caserma di Bolzaneto: per quei fatti sette persone sono state condannate e anche la Corte di Strasburgo ha dato ragione ai manifestanti.

Quanto ai manifestanti, in 10 sono stati condannati in appello per devastazione e saccheggio.

Quella di Genova resta una ferita ancora aperta nel cuore di molti italiani. A fronte dei violenti scontri e dei comportamenti ingiustificabili di una parte dei manifestanti, si è verificata - come risposta dello Stato - quella che può essere definita una vera e propria sospensione dello Stato di diritto nel nostro Paese.

I fatti della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto, di gente inerme - compresi giornalisti, anziani e donne - brutalmente picchiata e sottoposta a vere e proprie torture ha suscitato reazioni di condanna ovunque, tanto che anche la Corte di Strasburgo ha condannato l'Italia.

(Unioneonline/L)

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