Sei anni fa il titolo d'apertura de L'Unione Sarda era "16 croci piantate nel fango", in riferimento al ciclone che ha devastato l'Isola causando 16 morti tra Gallura, Nuorese e Oristanese. Le vittime alla fine saranno 19, se si aggiungono i dispersi trovati successivamente. Tra di loro quattro minorenni, due dei quali bambini.

Sull'Isola cadde in 12 ore "l'acqua che cade in sei mesi", disse l'allora sindaco di Olbia Gianni Giovannelli.

Oltre alle vittime si potevano contare circa 2700 sfollati. Strade sventrate dall'acqua che era scesa copiosamente sulla Sardegna. Una vera e propria strage.

La zona più colpita fu la Gallura, con ben 13 vittime. Madre e figlia travolte dall'acqua mentre erano a bordo di una Smart, un'altra famiglia di tre persone è morta per il crollo di un terrapieno, due anziane sono annegate nelle loro abitazioni. Un'intera famiglia brasiliana - genitori e due giovani figli - è annegata nel seminterrato in cui viveva ad Arzachena. Ancora, tra le vittime anche Francesco Mazzoccu con il figlio di tre anni.

Colpì anche la morte, a Dorgali, di Luca Tanzi, 40enne ispettore della questura di Nuoro che stava scortando un'ambulanza quando il ponte della strada tra Oliena e Dorgali è crollato e ha inghiottito la sua auto. Con lui c'erano tre colleghi che sono riusciti a salvarsi.

(Unioneonline/L)

Novembre 2019

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