#AccaddeOggi: 13 marzo 2013, dieci anni di pontificato per Bergoglio

13 marzo 2023 alle 07:01

Era il 13 marzo di dieci anni fa,  alle 19.06, quando una fumata bianca e il rintocco delle campane celebravano il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, diventato Papa Francesco. 

Un mese prima, l’11 febbraio 2013, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, il predecessore Benedetto XVI aveva annunciato le proprie dimissioni. Il Conclave iniziò il pomeriggio del 12 marzo e Bergoglio - nato a Buenos Aires nel 1936 da una famiglia di origini piemontesi e liguri - fu eletto il giorno successivo, al quinto scrutinio, primo gesuita e primo papa argentino della storia. Scelse il nome di Francesco in onore di san Francesco d'Assisi.

"Fratelli e sorelle, buonasera!", furono le sue prime parole in una Piazza San Pietro gremita di gente. "Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo...".
Se un nucleo centrale si può rintracciare nei dieci anni di pontificato di Francesco è la spinta in avanti del Concilio Vaticano II: la "conversione pastorale" e "missionaria", nel segno della "sinodalità" e dello spirito "conciliare", contrastato da larghe fasce conservatrici dell'arcipelago ecclesiale.

Uno spirito, tra l'altro, che nell'ottica di Francesco, si rifà alla "radicalità evangelica" e all'anima della "Chiesa degli inizi", in tutti i suoi risvolti: dall'amore per il prossimo alla sobrietà e allo spogliarsi di ogni orpello mondano e simbolo di potere, dall'"opzione preferenziale per i poveri" alla missione "evangelizzatrice" cui è chiamato ogni battezzato, in quel "sinodale" camminare insieme in cui non ci sono più rigide distinzioni tra chierici e laici. 
Con Francesco la Curia smette di essere centro di potere, ponendosi al servizio della Chiese locali, della "Chiesa in uscita" e "ospedale da campo" per le ferite dell'umanità, tanto amata da Bergoglio. E in cui il primo Dicastero non è più, com'era prima, quello per la Dottrina della fede (cioè per la conservazione dell'ortodossia), ma quello per l'Evangelizzazione, cioè appunto per la missionarietà della Chiesa. "Ma senza proselitismi, il proselitismo non è cristiano", ripete ad ogni passo Francesco. 

Centrale nel suo papato l'anticlericalismo e il Dicastero per la Carità, l'ex Elemosineria apostolica, con cui soccorre ogni situazione di povertà e disagio vicina e lontana, in tutte quelle "periferie", non solo "geografiche" ma anche "esistenziali".

(Unioneonline/D)