I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna criticano l’operato della Regione sul fronte investimenti e lavoro.

Alla fine dell’anno, infatti, secondo i rappresentanti dei lavoratori, restano molte questioni critiche ancora da risolvere, che riguardano temi prioritari come energia, trasporti e sanità.

Un aiuto potrà arrivare sia dalle risorse europee della programmazione Por 2021-2027 sia dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che su 66 miliardi di euro prevede di destinarne il 40% alle Regioni del Sud.

"Manca una visione del futuro e soprattutto manca il coinvolgimento di tutte le parti sociali", spiegano i sindacalisti, sottolineando che quanto fatto finora è "assolutamente insufficiente". Per questo all’amministrazione Solinas si chiede un cambio di rotta, altrimenti ci sarà un 2022 "caldo".

"Non sono chiuse le vertenze industriali e soffriamo di un ritardo gravissimo in termini di programmazione e infrastrutturali - spiega il leader della Cisl, Gavino Carta -. Sulla transizione energetica le scelte all'orizzonte sono molto distanti da quello che potrebbe essere il futuro dell'Isola. Non c'è un'idea chiara sulla distribuzione del metano e ci troviamo nella condizione di pesantissima incertezza anche sulla riconversione delle centrali a carbone".

Problemi anche nei trasporti e nella sanità: "La continuità territoriale ha circa il 30% delle rotte in meno e alcuni servizi non vengono garantiti con il nuovo bando. Nella sanità il tracollo è evidente la programmazione del settore è abbandonata da anni, anche dalla precedente Giunta, e siamo in ritardo di 10 anni sulle professioni e sull'edilizia sanitarie". 

Carta ha poi lanciato appello alla Regione che, "salvo rarissime eccezioni concentrate in qualche assessorato, ha eluso totalmente il confronto con il sindacato".

Riporta l’attenzione sull’occupazione, invece Samuele Piddiu, segretario della Cgil: "La priorità assoluta è la necessità di avviare un confronto sul tema assente, ossia il lavoro. Viviamo in una condizione drammatica con tantissime vertenze irrisolte in tutti i settori, soprattutto sul sistema industriale, con l'incertezza sul fronte dell'approvvigionamento energetico e sul phase out al 2025. In tutto questo l'assente principale è il governo regionale".

Tra le priorità c’è la risoluzione delle vertenze di Air Italy e dello scalo industriale di Cagliari: "Ci sono 1.322 lavoratori che non sanno quale sarà il loro futuro e c'è ancora incertezza per gli addetti del porto canale del capoluogo. Preoccupazione, poi, per il bando sulla continuità territoriale, perché già oggi è sempre più complicato raggiungere la Penisola e l'Europa. Per non parlare degli sviluppi sulla gestione degli aeroporti".

A proposito di sanità "entro pochi giorni bisognerà riorganizzare il sistema, invece vediamo solo una spartizione di poltrone tra le forze politiche: a tre anni dall'insediamento dopo un periodo di aperture di credito, possiamo dire che è sicuramente deficitaria l'azione della Regione su tutti fronti", conclude Piddiu.

"La speranza è che nel 2022, rispetto alle risorse che arriveranno in Sardegna, ci sia effettivamente una reale ripresa, ma bisogna avere le idee chiare su dove investire e sul progetto di sviluppo", afferma la leader della Uil Francesca Ticca, secondo cui è necessario un "rimpasto veloce in Giunta, serio e fatto di competenze".

"Non si può prescindere dal trovare una soluzione, per noi ancora lontana, al problema dell'energia e per disegnare un futuro più green. C'è poi la questione insularità - aggiunge - un pezzo di strada è stato abbozzato e condiviso da parte del governo centrale, ma stiamo vivendo una grande condizione di disagio nella movimentazione di persone e merci". Infine, per quanto riguarda la sanità, per la sindacalista la priorità è che non rimangano scoperte le aree interne dell'Isola.

(Unioneonline/F)

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