Una pioggia di euro a fondo perduto per le imprese sarde annientate dal Covid. Quasi 400 milioni arrivati, o in arrivo, da Roma a cui si sono aggiunti ingenti risorse anche dalle casse regionali. Un tesoretto che tuttavia non è certo bastato a compensare mesi e mesi di lockdown e restrizioni, né il calo vertiginoso di fatturati registrato da alcuni comparti. E tanto meno basterà se gli effetti della pandemia dovessero durare e le imprese non riuscissero carburare verso una piena ripartenza.

Le cifre

I numeri diffusi dal ministero dell’Economia testimoniano comunque un impegno del Governo, il quale ha cercato di mettere in circolo miliardi di euro per attenuare la batosta economica della pandemia. Negli ultimi undici mesi i fondi a fondo perduto destinati alla Sardegna hanno raggiunto quota 390 milioni di euro, suddivisi in circa 180mila bonifici a favore di quasi 45mila aziende.

Il 74% delle risorse è finito nelle casse delle micro o piccole aziende, non a caso la stragrande maggioranza del tessuto economico regionale.

Su base nazionale i fondi mobilitati hanno invece raggiunto i 20,8 miliardi di euro (tra i decreti Rilancio, Ristori, Natale, Sostegni e Sostegni bis), 5,2 miliardi dei quali finiti automaticamente alle aziende come previsto dalla seconda ondata di pagamenti del Decreto Sostegni.

«La strategia di erogazione impostata dal Governo ha dovuto fronteggiare un’urgenza che ha messo in secondo piano l’esigenza di appurare il reale bisogno delle aziende – spiega Francesco Porcu, segretario regionale della Cna –,motivo per il quale sarà necessario usare maggiore selettività nei pagamenti durante il post pandemia, così da aiutare solo i settori realmente in sofferenza».

Verifiche

I tempi stretti e gli automatismi con i quali sono stati fatti partire i vari sussidi hanno evitato lungaggini burocratiche e approfondimenti sull’attendibilità dei beneficiari. Verifiche però che in questi giorni sono state annunciate dall’Agenzia delle entrate. Le imprese che hanno ricevuto denaro indebitamente sono state perciò invitate dalla stessa agenzia a restituirlo tramite appositi codici da applicare ai modelli F24.

Per quelle che invece emergeranno da eventuali controlli le conseguenze saranno pesanti: le sanzioni ammontano infatti alla restituzione dei sussidi a cui si aggiungeranno more che oscilleranno dal 100 al 200% della somma riscossa illegittimamente.

«La scommessa per il futuro sarà però spostare gli stanziamenti verso una facilitazione al credito per le aziende – conclude Porcu – le imprese che ripartiranno avranno infatti bisogno di liquidità e di accesso privilegiato a finanziamenti agevolati da poter incassare in tempi brevi e restituire con ampie dilazioni».

Luca Mascia

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