Q uesta dei vaccini riservati agli accozzati è una roba che non si può sentire: vergognosa oltre il vituperio dantesco. Nel Belpaese il “salta la fila” è uno sport largamente in uso ma praticarlo in barba agli anziani, i deboli, i volontari e tutte le persone a rischio di rianimazione (se non peggio) per favorire gli amici degli amici, compari e parenti è davvero scandaloso. I furbetti che, con una strana idea di coscienza, manovravano i flaconi per non inciampare nel codice penale (ma pare che più di uno possa sbucciarsi le ginocchia) infilavano i loro diletti nella lasca categoria degli “altri” abilmente architettata dall'Azzeccagarbugli di turno. Qualcosa di simile all'open space condominiale delle “varie ed eventuali” dove infilarci di tutto e di più, il fuori sacco che riempie il sacco: degli altri. Chiedi e ti sarà dato: conto e dispongo. Come ai tempi del divino Giulio: “A Fra' che te serve?” Ieri l'appalto milionario, una presidenza o il posto da bidello al figlio, oggi pure il vaccino. Sputnik, Pfizer o J&J? «Guardiamo il futuro», dice il professor Franco Locatelli, il cattedratico bergamasco dal marcato accento austroungarico: se furbetto saltato fila, accertare. Professore, si parla di due milioni di dosi passate da noi agli altri. Un miserando imbroglio.

ANTONIO MASALA
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