“ Q uo Vado”: al posto fisso. Il ragazzino Checco Zalone alla maestra che gli chiedeva cosa pensava di fare da grande, parlò da grande: «Voglio fare il posto fisso». Accontentato: amministrazione provinciale, settore caccia e pesca, per raccomandazione del senatore Lino Banfi, epigono del mitico ministro Remo Gaspari che negli anni della Democrazia cristiana imperante infilò tre quarti del suo Abruzzo nelle Poste e Telegrafi. «Il posto fisso è sacro», ripeteva. La scenetta del film di Checco Zalone riporta all'annunciato sciopero dei dipendenti pubblici con allungo (solita stucchevole dietrologia) sul ponte sacro dell'Immacolata. È comunque difficile immaginare che, quali siano le motivazioni, col Covid in folle corsa si possa ragionevolmente privare del lavoro anche per sole 24 ore coloro che hanno la fortuna di averne uno fisso e mortificare chi non ne ha uno neppure provvisorio. Non è il momento di scendere in piazza ma di stare lontani dalle piazze dove non solo si rischia la salute ma anche la faccia con chi chiede non 30 euro in più al mese ma 30 euro per la pagnotta. Ci saranno tempi e modi per pretendere i giusti diritti del “fisso” ma anche i sacrosanti doveri perché nessuno passi per “fesso”. Quindi, per ora buoni: basta la mossa.

ANTONIO MASALA
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