C 'era una volta un modo di dire: «Lei non sa chi sono io». Quasi sempre un fesso. A seguire l'urlo del capo: «Ti sbatto in Sardegna, Barbagia». Doppiamente fesso. Matteo Salvini ha scoperto la formuletta della felicità: “Prima gli italiani” e lui prima di tutti gli altri. Certe espressioni sono state adeguate alle circostanze da coronavirus incombente: «Da qui non si passa». Il presidente Solinas ha chiuso porti e aeroporti, idem quello siciliano. Il campano Vincenzo De Luca ha rispolverato la stella da sceriffo e ha sigillato alcuni paesi che non avevano capito bene il messaggio. Giusto. Nella buriana c'è chi la spara grossa per strappare una breve in cronaca e inviarla su whatsapp a mezzo mondo che poi lo rigirerà all'altro mezzo: rompiscatole virali. Il governatore della provincia autonoma di Bolzano ha coniato lo slogan “prima gli altoatesini” e ha chiesto a tutte le persone che non hanno la residenza nel territorio di togliere le tende. Sgombrare. Luca Zaia minaccia addirittura il coprifuoco che, come nel Ventennio, significa arresti senza pietà per chi scorrazza fuori orario. Tale Junter Pauli, bizzarro consigliere del premier Giuseppe Conte, sentenzia: per battere il coranavirus “aria, acqua e cibi sani”. Manca solo “lei non sa chi sono io” e siamo a posto.

ANTONIO MASALA
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