R ivolteremo la sanità, il fisco, la scuola: tutto. Problema: la cassa piange e siccome non esistono al mondo riforme a costo zero, la repubblica dei parolai fa la rivoluzione meno costosa e la sola che conosce, quella delle parole. E così il “necroforo” prende il posto del beccamorto ma non per questo il “sonno della morte è men duro”. La cameriera, immancabile nei romanzi dell'Ottocento, è sostituita dalla “collaboratrice domestica” meno romanzata e più assicurata. Non ci sono più i popoli sottosviluppati ma “in via di sviluppo” che continuano a morire di fame e dove i bambini si ammalano di tracoma. Per quelle popolazioni deve essere motivo di conforto, più che ricevere qualche aiuto, sapere che le cronache segnalano un sicuro cammino verso il benessere economico. Non si dice più pompiere ma vigile del fuoco; peccato la prima versione era più festosa: “Viva i pompieri di Viggiù che quando passano i cuori infiammano”, anni '50. Lo spazzino è stato ribattezzato operatore ecologico, spazzava prima e spazza ora. Nella scuola i segretari sono coordinatori amministrativi, il preside è stato soppiantato dal dirigente, i bidelli dagli ausiliari che come i bidelli continueranno ad accompagnare i più piccoli al bagno. Proprio vero, i parolai giocano con le parole per prendersi gioco di noi.

ANTONIO MASALA
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