N on tutti i mali vengono per nuocere: balle. Un vecchio medico di famiglia a un paziente che gli chiedeva se patisse di un brutto male rispose: perché, ne conosci uno bello? Tranquilli, ne usciremo ma, predicano gli oracoli a gettone, “niente sarà più come prima”. Dipende. Se arrivano gli Eurobond tutto sarà come prima: ricchi premi e cotillon, giura Conte. Se invece gli odiati olandesi dovessero sgambettarci rifilandoci il Mes che gli italiani dicono di conoscere come conoscevano le bidonate prese con Parmalat, la musica cambierà. Saremo più indebitati, più poveri però ricchi. Sentite infatti cosa ne pensava Goffredo Parise: «Povertà è godere di beni minimi, quali il cibo necessario e non superfluo. Povertà e necessità sono i mezzi pubblici, necessaria è la salute delle proprie gambe. Povertà è assaporare il pane, l'olio, il pomodoro, la pasta, il vino: i prodotti del nostro Paese». Sfruttiamo la quarantena per rinfrescare la mente, tiriamo fuori le foto ingiallite per scoprire che un altro futuro è possibile. Come Domenico Cabiddu e i duecento del gruppo “Abbasanta in foto e video” che su Facebook fanno a gara per pubblicare immagini del “come eravamo”: un esempio d'alta antropologia applicata. Forse niente sarà come prima, di certo noi non saremo più quelli di prima.

ANTONIO MASALA
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