M atteo Zuppi il cardinale, Francesco Guccini il cantautore: due correttissimi scorretti. Don Matteo in bici nella sua Bologna è il Buon Pastore, Francesco Guccini un vecchio signore. Insieme vanno “tra strade piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte”. Storie diverse, una strada comune. «Ci siamo incontrati perché siamo insieme alla ricerca, dentro e fuori di noi, dell'uomo vero che irragionevolmente e anche misteriosamente vuole vivere bene, che cerca la giustizia, che non si rassegna, che chiede di scegliere in tempo e non arrivarci per contrarietà». “Fratelli tutti” esorta Papa Francesco. «Se si vuol amare il Signore - il cardinale contestualizza così l'enciclica -allora bisogna mettersi dentro a questo ospedale da campo che è la Chiesa. La Chiesa è tale non perché emana l'odore di incenso, ma perché, ad esempio, ha l'odore delle feci dell'anziano da lavare, l'odore dell'incenso viene soltanto dopo. Se prima si pulisce l'anziano che ha bisogno, allora può esserci anche l'odore d'incenso, invece, se non è così, l'incenso puzza. Perché dove non c'è più lo Spirito del Signore, l'incenso puzza di ipocrisia». L'ipocrisia “di chi sta sempre con la ragione e mai col torto, è un Dio che è morto”. Matteo e Francesco ridanno dignità agli anziani, inutili solo per chi si consola con la sua inutilità.

ANTONIO MASALA
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