O ra, finché è Giuseppe Conte a mettere mano ai colori ci sta che, come Bossi col Tricolore, mezza Italia sia tentata di utilizzare la tela per qualcosa di meno nobile. Ma se il lavoro è certificato dal professor Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, la levata di scudi di sindaci e governatori sul Dpcm puzza di vecchia politica. Fontana e altri dovrebbero parlar di meno e ascoltare di più per fare di più. Quando il gioco si fa duro oltre i muscoli serve cervello, buon senso e tanta calma. Giuseppe Prezzolini sosteneva che gli italiani si dividono in due categorie, i furbi e i fessi. I furbi che non si filano neppure i decreti Covid non fanno fesso solo Conte ma tutti gli italiani, loro per primi. L'intellettuale e scrittore Carlo Cipolla aveva individuato la vocazione della furbizia nella stupidità: «Una persona stupida è chi causa un danno a un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita». Il cretino che si crede furbo contagia l'amico ancora più cretino che così moltiplica il disastro. Un vecchio allenatore spiegava ai suoi la tattica vincente: «Il portiere in porta, difensori in difesa e attaccanti all'attacco». Come si diceva da noi: “A donzunu s'arte sua”, a ciascuno il suo.

ANTONIO MASALA
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