L uca Zaia affonda i colpi: scontato quanto Bersani pettinatore di bambole e il tre per cento scarso di Matteo Renzi. «Le Regioni sono state fondamentali, i pasticci li hanno fatti a Roma», spara il governatore del Veneto. Bum bum: obiettivo palazzo Chigi, passando per Salvini. Scontato anche questo. Lui, nato Biancofiore nel candido Veneto, conferma negando: «Io presidente del Consiglio? Ma dai, sono un contadino». Cervello fino, ogni mossa al momento giusto. A Roma tra ordinanze, Dpcm, autocertificazioni e palle del genere qualche pasticcio l'hanno combinato ma anche dalle parti di palazzo Balbi le sgabbiate non sono mancate: «I cinesi mangiano i topi». Però con un abile giochetto che riesce solo al democristiano prestato alla Lega, le magagne venete non sono finite sul tavolo di Conte: Roma piange, Venezia ride e Zaia gode. I sondaggi dicono che Luca abbia addirittura superato Salvini e che ormai viaggi al 40 per cento. Quaranta come il fiorentino Matteo alle Europee 2014 e l'omonimo padano l'estate scorsa a Milano Marittima. Un dubbio: ma fosse mai che sia proprio quel numero a portare iella? Nella religiosità si lega alla quaresima, al diluvio universale e all'esodo del popolo di Israele. Nella smorfia napoletana all'ernia: strozzata, a volte.

ANTONIO MASALA
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