U no che ha per motto in dilemma “essere o non essere” non è un principe di Danimarca ma di sicuro cittadino italiano che, citando Pirandello, preferisce i dubbi alle false certezze, le partite senza fine o biscottate da chiudere con un inutile pareggio. L'italiano tra questo o quello finisce sempre per scegliere il colore della maglia più che la sostanza, il marchio piuttosto che il prodotto. Diamo uno sguardo alla cronaca degli ultimi giorni. A Pescara la giunta di centrodestra ha ripescato il marchio “Pescara città di Gabriele D'Annunzio” che sei anni prima la Giunta di sinistra aveva cancellato per far posto al giornalista-scrittore Ennio Flaiano, altro pescarese illustre. Piccole beghe si dirà e infatti da noi si va all'osso. Il centrosinistra di Pigliaru aveva rivoluzionato, sulla carta più che nei fatti, la sanità inventando l'Azienda unica regionale, picconata dopo pochi mesi da quella stessa forza politica e ridimensionata dalla nuova maggioranza di Solinas per poter resuscitare e rinvigorire le vecchie aziende sanitarie locali. Saranno poi rimesse in pista le province storiche e quelle politiche dopo che la sinistra (si fa per dire) di Renzi, le aveva cancellate come i cittadini con il referendum. Coraggio, comunque, “il meglio è passato” scriveva Ennio Flaiano. Forse che sì, forse che no.

ANTONIO MASALA
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