C hi dice che questa crisi non si è capita, per capire dovrebbe riflettere sulla massima di Eraclito: “il carattere è il demone dell'uomo”. Renzi tizzone ardente e Conte carbonella spenta si sono sopportati a gran fatica finché i due caratteri così diversi non sono esplosi e la ragione implosa. In fondo anche gli astri dicono che non sono fatti l'uno per l'altro. Infatti il premier Conte è del Leone che con l'Acquario di Matteo Renzi può anche combinare ma più facilmente scombinare. Poco interessa se la buriana macina anche i programmi che invece meriterebbero altre fortune: à la guerre comme à la guerre. I politologi vanno oltre le stelle, sezionano, approfondiscono e nella crisi, che col voto si è rinforzata, rimpolpano e spolpano Mes, sanità, occupazione e principi fasulli ai quali incollare le poltrone. Ma può mai uno scafato come Renzi pensare di potersi imbullonare al potere dopo avere mollato un partito dieci volte più grande del suo e aperto una crisi fuori tempo? Tutto ritorna allora al filoso greco Eraclito. Matteo Renzi posseduto dal demone del protagonismo aggiunge errore agli orrori. Considera gli altri della brigata semplici comparse, attori non protagonisti, trascurando però che il mondo è pieno di caratteristi ma di carattere: Eraclito insegna, Conte conferma.

ANTONIO MASALA
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