C ostruiamo ponti e di muri alziamo solo quelli a secco che fanno tanto Sardegna in cartolina. Con i ponti abbiamo problemi meno che a Pasqua e Ferragosto. Parecchi anni fa si presentò un aspirante parlamentare, certo Marche, che al grido “siamo tutti italiani” diede già per fatto un ponte in ferro tra Olbia e Civitavecchia. “Sì, ma prima sardos” e i sardi non si fanno fregare neppure una volta: zero voti e avanti, si fa per dire, con la Tirrenia e la (dis)continuità territoriale. La Sicilia invece sul ponte sullo Stretto non molla. I partiti dell'intero arco costituzionale hanno votato un ordine del giorno affinché il Governo regionale si faccia portavoce della richiesta del territorio sull'importanza di questa «grande opera, traino per l'Italia e l'Europa». Dopo Berlusconi, Renzi e altri ancora, sotto a chi tocca. Il senatore 5Stelle Francesco Castiello ha chiesto al ministro dell'Economia notizie sulla società “Stretto di Messina” nata nell'81 per progettare-realizzare l'opera e da ben 7 anni in stato di liquidazione. Quasi defunta, quindi. Il senatore precisa che il commissario continua a percepire 120 mila euro fissi all'anno e 40 mila variabili; altri aggiungono che in tutti questi anni sono stati spesi 310 milioni di euro per studiare e progettare le prime campate. In aria, ora et semper.

ANTONIO MASALA
© Riproduzione riservata