Un girone di ritorno esaltante con la squadra volata dai bassifondi della classifica a ridosso dei playoff. Una metamorfosi, quella della Monteponi Iglesias, cominciata con l’arrivo del nuovo tecnico Andrea Marongiu.

L’ex tecnico del Carbonia ha preso posto dalla nona giornata di andata. I rossoblù avevano appena due punti. Nelle successive quindici giornate, targate Marongiu, hanno conquistato ventinove punti. Sette in meno rispetto a San Marco e La Palma e appena due in meno del Carbonia. Divario che si riduce considerando gli incontri giocati dopo la riapertura del mercato (trentuno La Palma, ventinove San Marco e Carbonia e ventotto Monteponi).

Marongiu, ha la bacchetta magica?

"Il merito è di tutti, in particolare della società che si è resa disponibile a rinforzare l’organico nel mese di dicembre. Dei giocatori che si sono messi a disposizione e anche dello staff. Cito i miei collaboratori Manuel Contu, vice allenatore, e Tore Pippia, preparatore dei portieri".

Quali tasti ha toccato?

"La prima cosa che ho chiesto è stata quella di formare un gruppo coeso, rivolgendomi poi ai giocatori più esperti per invitarli ad aiutare i giovani a crescere. Con i nuovi innesti si è subito creato un ambiente sereno e i risultati non sono tardati ad arrivare".

Sull’aspetto tecnico-tattico?

"Abbiamo lavorato tantissimo sul campo, sempre con la palla. Curiamo ogni minimo dettaglio, i particolari. Filmiamo tutte le partite e le rivediamo per analizzare gli errori. Abbiamo lavorato tanto. Già col primo gruppo si sono intravisti segnali positivi. Con l’inserimento dei nuovi elementi c’è stato il salto".

Un ruolino di marcia da primato?

"Ci ha permesso di allontanarci dalla zona calda. Adesso ci confronteremo con le grandi. Occasione per valutare ancora di più il nostro livello. Nell’ultimo impegno, abbiamo giocato contro il La Palma e non meritavano di perdere".

Quanti punti servono ancora per raggiungere la salvezza?

"Cinque, sei".

Quale modulo predilige?

"Non ho un mio modulo come Zeman e Sarri. Dipende dai giocatori che ho a disposizione. Ho utilizzato il 4-3-3, il 4-2-3-1. A Iglesias il 4-4-2".

A chi si ispira?

"Il mio modello, chiaramente irraggiungibile, è Guardiola. Pratica il tipo di calcio che preferisco. La scuola spagnola. Un calcio fatto di possesso e gestione della palla. Per i movimenti della linea difensiva, a quattro, prendo spunto dagli allenamenti di Sarri".

Il futuro? Alla Monteponi?

"Non nego che c’è stata una chiacchierata con la società in questo senso. Per me è ancora prematuro. Sono concentrato sul campionato".

Chi vincerà il torneo?

"Dico La San Marco anche se il La Palma è un osso duro. Nell’ultima giornata ci sarà lo scontro diretto".
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