"Dalle ultime elezioni europee è arrivato un segnale chiaro, che altro non è che la conferma di quello che sapevamo da tempo: gli italiani voglio un governo di centrodestra. E, se l'alleanza giallo-verde dovesse tramontare, noi siamo pronti. Anzi, prontissimi".

Parola di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che alle ultime europee ha incrementato i propri voti rispetto alle politiche del 2018 e che secondo alcuni sondaggi sarebbe addirittura in pole position per uno storico sorpasso su Forza Italia.

In questi giorni è ancora impegnata nella campagna elettorale, in vista dei ballottaggi per le comunali e del voto amministrativo in Sardegna, che la vedrà sbarcare nell'Isola il 14 giugno per lanciare la volata a Paolo Truzzu, candidato sindaco a Cagliari per il centrodestra ed esponente proprio di Fratelli d'Italia.

L'UnioneSarda.it l'ha intervistata.

Partiamo proprio dai risultati delle europee. Avete ottenuto il 6,4%. Soddisfatta?

"Molto. Siamo cresciuti sia in termini percentuali che in termini assoluti. Dunque, sono contentissima".

Cosa ha pesato sul risultato?

"Credo che abbia pagato la nostra coerenza. Siamo sempre stati attenti a parlare nel concreto, dei veri problemi della gente, pronti anche a sostenere verità scomode, senza inseguire le sirene delle promesse irrealizzabili. E gli elettori hanno deciso di darci fiducia".

Qualcuno, anche di fronte al crollo dei 5 Stelle, ha ipotizzato nuove elezioni per un cambio di maggioranza: Lega al governo con voi e non col M5S. Avete già avuto contatti con Salvini in questo senso?

"Non sono io che devo lanciare appelli a Salvini. Lo hanno fatto gli italiani il 26 maggio. Il voto europeo ha confermato quello che andiamo dicendo da mesi: gli italiani vogliono un governo che metta in atto politiche di centrodestra. Dunque, rispetto le scelte di Salvini. Ma sono gli elettori ad aver già dato chiare indicazioni sulla maggioranza che desiderano".

Con Solinas e Salvini durante la campagna per le regionali (Ansa)
Con Solinas e Salvini durante la campagna per le regionali (Ansa)
Con Solinas e Salvini durante la campagna per le regionali (Ansa)

Cosa ha detto a Salvini quando, dopo le politiche e dopo aver partecipato con voi alle consultazioni al Colle, ha deciso di stipulare il contratto coi 5 Stelle?

"L'ho avvisato: 'Fai attenzione, i 5 Stelle sono fondamentalmente di sinistra'. Se vai a scavare, infatti, il Movimento ha molti punti di contatto con le idee del Pd. L'approccio su molti temi è lo stesso. E a lungo andare questa affinità è venuta fuori".

Adesso però gli equilibri si sono ribaltati...

"Nonostante gli ultimi risultati delle urne, il governo sembra tenere. Ma la speranza è che ora a trainare sia la Lega. E il nostro auspicio è che il governo indossi finalmente una casacca più improntata al centrodestra. Per questo ritireremo subito fuori alcune proposte fatte in questi mesi che sono state bocciate per accontentare l'anima 5 stelle della maggioranza. Sto parlando, tra l'altro, di flat tax, asili nido gratis, lotta all'abusivismo. Vedremo se finalmente arriveranno risposte".

Il 16 giugno si vota a Cagliari, roccaforte del centrosinistra. Il candidato sindaco del centrodestra, Paolo Truzzu, è uno dei vostri. La vittoria è a portata?

"Io penso di sì. Paolo è una persona stimata, capace e umile. Conosce il territorio e sta lavorando senza sosta per un progetto condiviso, anche oltre l'orizzonte del centrodestra, che ha già ottenuto un risultato straordinario alle regionali. Inoltre...".

Inoltre...

"Inoltre la sinistra a Cagliari ha molto da farsi perdonare. Non dimentichiamo che negli ultimi mesi ha completamente abbandonato il governo della città per lanciare senza successo la candidatura di Zedda alle regionali. Anche per questo sono fiduciosa".

Quali sono secondo lei le tre priorità che la politica deve affrontare per la Sardegna?

"Primo: la zona franca. Che non deve essere un privilegio, bensì il modo per rilanciare lo sviluppo nell'Isola. Secondo: un nuovo modello di continuità territoriale, capace realmente di assicurare il diritto alla mobilità dei residenti e anche degli studenti fuori sede. Terzo, ma non meno importante: la sfida delle infrastrutture. Solo con strade e infrastrutture all'altezza la Sardegna può fare passi avanti, anche per quel che riguarda il turismo".

Si dice sempre, visto il suo cognome, "Giorgia Meloni ha origini sarde". Ma di dove precisamente?

"Non ho molti rapporti con la mia famiglia paterna. Sembra di Oristano. La mia famiglia materna, invece, è siciliana. Insomma, le mie origini sono isolane doc, anche se vivo a Roma. Potremmo dire: un'isolan-romana".

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)
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