"Ho inviato una lettera alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino - Lione, invitandola ad astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara".

Giuseppe Conte interviene a gamba tesa nella vicenda della Tav, che sta creando tensioni e scontri tra Lega e Movimento 5 Stelle, e prende tempo annunciando il rinvio dei bandi.

"Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a 'ridiscutere integralmente' questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati".

"La società Telt - prosegue - mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l'avallo del mio Governo e del Governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato. Abbiamo promesso di tutelare esclusivamente gli interessi degli italiani".

Infine "lavoriamo in piena trasparenza perché non ci lasciamo condizionare dalle pressioni opache di gruppi di potere o comitati di affari. Fino a quando questo Governo sarà in carica, per quanto mi riguarda, sarà così. Sempre".

SALVINI TIRA DRITTO: "VA FATTA" - "Io rimango convinto che la Tav si debba fare per collegarci al resto d'Europa", ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini a Milano, smentendo ancora una volta l'ipotesi di una crisi di governo.

"Non c'è nessuna crisi in vista. La situazione economica è tale che nessuno si può permettere di giocare con il futuro degli italiani. Molto semplicemente abbiamo su alcuni temi idee diverse. Non è questo né altro che mette in discussione un Governo che in nove mesi ha fatto tanto".

L'ATTACCO DI FICO - Intanto oggi sul fronte del no si è schierato apertamente anche il presidente della Camera, Roberto Fico, tra i fondatori del M5s. "Non è un atto ideologico", ha detto, ma "una battaglia identitaria del Movimento 5 Stelle".

"Abbiamo visto tutte le relazioni che sono negative senza contare che, non solo in Italia, ogni volta purtroppo che un'opera va avanti in un certo modo crescono anche le spese che in questo momento non sono a bilancio".

Roberto Fico (Ansa)
Roberto Fico (Ansa)
Roberto Fico (Ansa)

"Nel 2005 - ha ricordato Fico - la prima riunione dei meetup che nascevano fu fatta a Torino, perché quel giorno c'era la grande manifestazione per dire no alla Tav. Eravamo circa un centinaio e c'era anche Beppe Grillo, e dopo la riunione andammo tutti alla manifestazione".

Il no alla Tav, ha sottolineato Fico, "non era una posizione ideologica o per dire no a qualcosa, ma era per dire di cambiare rotta rispetto a delle opere che non servono e non servivano".

Inoltre "la prima uscita pubblica da parlamentari del Movimento 5 Stelle Camera e Senato, nel 2013, fu una visita ai cantieri della Tav per comprendere a che punto ci trovavamo, per dire l'ennesimo no documentato e non ideologico. Quindi - ha concluso Fico - è una lotta che ha attraversato ogni periodo storico del Movimento 5 Stelle".

(Unioneonline/D)
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