I ragazzi devono tornare a scuola perché sono i trasporti il problema, non le aule. E gli spostamenti per Natale sono un rischio grave. Quanto al vaccino, invece, il governo "valuterà la possibilità di un obbligo dedicato ad alcune categorie", ma quello che conta più di tutto è una campagna informativa ed educativa "che consenta al maggior numero di persone di capire che non ci sono rischi".

Lo afferma il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo in un forum all'Ansa.

"Da settimane abbiamo dato indicazioni che allo stato attuale la scuola non è un pericolo - sottolinea -. Le condizioni sono mutate, ci sono delle regole, i ragazzi vanno con la mascherina, devono stare distanziati e ci sono stati investimenti importantissimi". Ecco perché "l'ambiente scuola è un ambiente relativamente sicuro, fermo restando che il rischio zero in questa pandemia non c'è".

Dunque i ragazzi vanno "riportati in aula prima possibile". Per questo sono "incomprensibili e imbarazzanti" certe scelte "estemporanee" di governatori e sindaci in contrasto con i provvedimenti governativi. "Chiudere le scuole è la cosa più facile che si può fare ma ha senso se ci sono altre misure in contemporanea. Se tu lasci chiusa la scuola e aperto il centro commerciale il giovane andrà là ed è quello che non deve fare, non ha alcun senso". Il vero problema delle scuole però sono i trasporti, "un pericolo soprattutto nelle grandi città che avevamo sottolineato da aprile, non a caso abbiamo suggerito di scaglionare gli ingressi".

Il Natale e gli spostamenti: "I dati ci dicono che i provvedimenti messi in atto stanno dando risultati importanti, la curva si sta stabilizzando e sta scendendo. Ma le analisi ci dicono che il movimento della popolazione è un fattore di grande rischio, lo abbiamo visto in estate".

Le misure "vanno mantenute fino a quando non si è alleggerito il peso sulla sanità", perché oggi "non si muore solo di Covid, aumentano i morti per infarto perché le ambulanze non arrivano in tempo utile, se ti fai male spesso trovi il pronto soccorso intasato, le terapie ordinarie del cancro all'utero, al seno, e tutte quelle tradizionali attenzioni alla salute rischiano di essere messe in una priorità numero 2 e ciò non è accettabile".

Infine, una riflessione sui contrasti tra governo e regioni: "Quando hai un'emergenza che interessa l'intero Paese è lo Stato che deve governare, e governa quanto meglio quando ha una capacità di direzione univoca, senza tante discussioni. La gestione dell'emergenza non può essere democratica, quando sei in battaglia è un generale che comanda".

(Unioneonline/L)
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