Un lunghissimo applauso ha accolto l'intervento del premier Giuseppe Conte alla Camera.

Che ha aperto la sua relazione sull'emergenza coronavirus specificando come "mai avremmo pensato di guardare immagini con autocarri carichi di bare che lasciano le città". "A queste famiglie va il nostro pensiero e la nostra commossa vicinanza".

Poi un ringraziamento agli "sforzi straordinari di medici, infermieri e coloro che rischiano la vita per gli altri". E il ricordo di Michela, infermiera al reparto Covid dell'ospedale di Senigallia, e cui il premier ha voluto assicurare la vicinanza sua e del Governo anche quando l'emergenza sarà finita, e come lei a tutti gli operatori sanitari: "Noi non ci dimenticheremo di voi e di queste giornate così rischiose e stressanti", ha spiegato.

LE TAPPE - Quindi, un riepilogo delle principali tappe, a partire dalla task force istituita ad hoc il 22 gennaio, e poi la prima ordinanza sulle misure profilattiche del 25 gennaio, lo stop ai voli dalla Cina del 27, e l'emergenza nazionale dal 31 gennaio e per sei mesi a scopo prudenziale.

Fino ai primi casi del 21 febbraio a Codogno, e via via a tutte le successive misure restrittive, prima per isolare zone rosse e mappare i contagi, poi per evitare la imprevedibile diffusione del contagio, "un nemico invisibile, che entra nelle nostre case e divide le nostre famiglie".

Conte ha sottolineato il massimo coinvolgimento delle Regioni nelle politiche prese dal Governo, e così anche delle parti sociali e delle associazioni di categoria con riferimento alle scelte impattanti sulle attività produttive. In questo senso Conte ha voluto sottolineare la firma avvenuta il 14 marzo di un protocollo condiviso per il contrasto del virus nei luoghi di lavoro, di modo che le attività possano continuare solo laddove sussistano le opportune condizioni di sicurezza.

Poi l'ultimo dpcm del 22 marzo, con obbligo alle persone di spostarsi solo per comprovate esigenze lavorative e chiusura di tutte le attività non essenziali.

IL FUTURO - Con riferimento ai dispositivi medicali, Conte ha specificato come dopo una prima fase di difficoltà nel reperimento, in quanto si trattava per lo più di prodotti importati, ora si stia facendo fronte al fabbisogno.

Accompagnandolo all'enorme sforzo del comparto sanitario: nelle prossime ore 500 infermieri saranno trasferiti, su base volontaria, nelle aree più colpite fra cui Bergamo, Brescia, Cremona e Piacenza. E previste nuove risorse per 3,2 miliardi per il reclutamento di personale medico e sanitario.

Quindi la rassicurazione alle imprese, cui sarà garantita massima liquidità, "con misure significative che permettono di attivare complessivamente 350 miliardi di euro di finanziamenti a beneficio del mondo produttivo".

NUOVO PROVVEDIMENTO - Conte ha poi chiarito come quanto sino ad oggi fatto sia solo "un primo passo di carattere emergenziale" ma "non sufficiente". E come il Governo sia al lavoro per garantire una maggiore liquidità di cui il Paese ha bisogno. Previsto un nuovo intervento, entro aprile, con uno strumento complessivo almeno altrettanto significativo, e un importo non inferiore ai 25 miliardi sino ad oggi stanziati con "Cura Italia".

L'EUROPA - In ultimo il riferimento all'appello all'Europa, per un salto di qualità della governance dell'Eurozona. E per una risposta immediata a un intervento concreto di ordine sanitario, economico e sociale. "Risposte tardive saranno del tutto inutili", ha tuonato Conte. Che ha riferito anche della proposta dei Coronabond presentata oggi unitamente ad altri otto leader europei.

(Unioneonline/v.l.)
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