Save the children tira le somme sull'immigrazione e i dati sono allarmanti.

"Sei anni fa, di fronte alle centinaia di corpi delle vittime del tragico naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa - sentenzia Raffaela Milano, direttrice del programma Italia-Europa -, l'Ue aveva detto 'Mai più', ma da quel giorno ad oggi oltre 15mila persone, tra cui tantissimi bimbi e adolescenti, hanno perso la vita o risultano dispersi tentando di attraversare il Mediterraneo".

Il commento arriva dopo l'ennesimo sbarco nella notte che ha visto l'arrivo nell'isola siciliana di 72 persone provenienti dalla Libia con a bordo 69 uomini, due donne e un bambino, quasi tutti del Bangladesh. Una situazione sempre più difficile che ha portato, nel tempo, al collasso del centro di accoglienza. Di norma può contenere 95 individui, mentre ora ne risultano oltre 200.

"È insopportabile continuare ad essere testimoni delle morti in mare - ribadisce Milano -. È fondamentale e urgente che i vertici europei si impegnino stabilmente a garantire vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare così che decine di migliaia di bambini, donne e uomini continuino ad essere costrette a ricorrere ai trafficanti, subendo ogni tipo di violenza e mettendo a rischio la propria vita".

L'organizzazione internazionale opera in Italia dal 2008.

(Unioneonline/M)

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