Dopo l'arresto di Marcello De Vito, presidente pentastellato del consiglio comunale di Roma, si apprende che l'assessore allo Sport della giunta Raggi, ed ex vicesindaco, Daniele Frongia, sarebbe indagato nell'ambito di un filone dell'inchiesta sullo stadio della Roma, per il quale lo scorso 13 giugno vennero arrestate nove persone tra cui l'imprenditore Luca Parnasi.

Ovvero, il proprietario della società Eurnova, che stava realizzando il progetto del nuovo impianto sportivo capitolino, finito nel mirino della Procura assieme a cinque suoi collaboratori e all'ex presidente di Acea Luca Lanzalone.

Anche in questo caso l'accusa sarebbe quella di corruzione.

Frongia, dal cognome di chiare origini sarde, è stato anche vicesindaco.

Dopo la diffusione della notizia, Frongia si è "autosospeso" e ha diramato una nota, dove si legge: "Ho appreso di essere coinvolto nell'indagine 'Rinascimento' del 2017, per la quale non ho mai ricevuto alcuna comunicazione, elezione di domicilio o avviso di garanzia". A seguito di informazioni assunte presso la Procura, il procedimento a mio carico trarrebbe origine dall'interrogatorio di Parnasi del 20 settembre 2018, già uscito all'epoca sui giornali, in cui lo stesso sottolineava più volte di non aver mai chiesto né ottenuto favori dal sottoscritto".

Ancora, prosegue Frongia: "Con il rispetto dovuto alla magistratura inquirente, avendo la certezza di non aver mai compiuto alcun reato e appurato che non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, confido nell'imminente archiviazione del procedimento risalente al 2017".

"Il mio caso - ha spiegato anche Frongia su Facebook - non ha nulla a che fare con l'arresto di De Vito. I principi etici del M5S sono alla base della mia azione politica".

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(Unioneonline/l.f.)
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